mercoledì 25 dicembre 2013

Man next door

Man next door – Massive attack, Mezzanine, 1998

Comprai l'album “Mezzanine” dopo aver ascoltato la meno nota “Risingson” dalle atmosfere decisamente più cupe, fu uno dei rari casi dove sul volto si dipinge un sorriso soddisfatto figlio della consapevolezza di aver speso bene i propri denari. Con l'orgoglio di un investitore di wall street che ha appena concluso un buon affare, trovai in Mezzanine un album perfetto dove ogni canzone ha un suo perché ed un suo fascino.
“Man next door” mi conquistò, sarà stata la ritmica che trovato “strana”, il suono della voce di Andy Horace, il fatto che non capivo una parola del testo... comunque sia, divenne la mia prediletta.
Poi si cresce e ci si chiede il perché delle cose, vediamo un po' meglio di cosa si tratta.

Lo scarafaggione sulla copertina di Mezzanine... perchè?


Anzitutto all'epoca non sapevo che “Man next door” è una cover e non un brano originale dei Massive Attack. Probabilmente sul CD da qualche parte ci sarà stato anche scritto, ma chi legge le minuscole note sui libretti dei CD ?
La versione originale risale al 1968 incisa da John Holt e i suoi “The Paragons”, ed è una canzone raggae. La versione dei Massive Attack non stravolge l'andamento generale della canzone originale, anche se la componente raggae scompare completamente. E' piuttosto raro che si riesca a mantenere una melodia che ricorda l'originale pur avendo completamente eliminato quello che era uno dei cardini della versione del 68, la chitarra in levare tipica del raggae. Inoltre la versione dei Massive si allinea all'atmosfera “oscureggiante” dell'album, inserendo campionature e dilatando i tempi. La “Man next door” dei Massive dura quasi 6 minuti contro i 2 scarsi dei Paragons.
Il buon Holt e i suoi Paragoni dovevano vivere in un quartiere davvero terribile a giudicare dal testo della canzone:

TESTO ORIGINALE:

Man Next Door

There is a man that live next door
In my neighborhood
In my neighborhood
And he gets me down...

He gets in so late at night
Always a fuss and fight
Always a fuss and fight
All through the night

I've got to get away from here
This is not a place for me to stay
I've got to take my family
We'll find a quiet place

Hear the pots and pans they fall
Bang against my wall
Bang against my wall
No rest at all

He gets in so late at night
Always a fuss and fight
Always a fuss and fight
All through the night

I've got to get away from here
This is not a place for me to stay
I've got to take my family
We'll find a quiet place

- - -

TESTO TRADOTTO:

L'uomo della porta accanto


C'è un uomo che vive alla porta accanto
Nel mio quartiere
Nel mio quartiere
E mi fa sentire giù...

Rientra così tardi la notte
Sempre confusione e rissa
Sempre confusione e rissa
Per tutta la notte

Devo andarmene via da qui
Questo non è posto per me
Devo prendere la mia famiglia
Troveremo un posto tranquillo

Senti le pentole che cadono
Sbattono contro il mio muro
Sbattono contro il mio muro
Non c'è mai pace

Rientra così tardi la notte
Sempre confusione e rissa
Sempre confusione e rissa
Per tutta la notte

Devo andarmene via da qui
Questo non è posto per me
Devo prendere la mia famiglia
Troveremo un posto tranquillo

- - -

Chi ha avuto modo di avere dei vicini tanto turbolenti non farà fatica ad immedesimarsi nel protagonista della canzone che medita di cambiare casa. Io ho avuto il “piacere” di vivere una situazione simile, ma sfortunatamente non ho scritto una canzone tanto bella in riguardo. Possibile che anche i grandi musicisti abbiano problemi così terreni come quello di un vicino terribile?

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